L’esperienza del lutto attraversa da sempre la vita, l’arte, le storie di ognuno di noi. Oltre lo sgomento e la disperazione che la perdita di chi davvero amiamo comporta, questo durissimo vissuto apre a mondi interiori, sguardi e scelte che appaiono, ai nostri stessi occhi, inspiegabili altrimenti.
In questa raccolta di testi autobiografici, recensioni di film, riflessioni su opere poetiche, incontri con persone in lutto, l’autore, da anni impegnato nel supporto diretto e indiretto con persone in lutto, scompone ed esamina le impensabili sfaccettature di un’esistenza accanto alla perdita.
Genre: BIOGRAPHY & AUTOBIOGRAPHY / Personal Memoirs
Il libro risulta tra quelli che ho scritto il più venduto sia in versione cartacea che in e-pub perchè si rivolge ad un pubblico vasto (volontari, persone in lutto, operatori dell'area psicologica, formatori...) ed è composto da una raccolta di testi e racconti brevi che, essendo già stati pubblicati su siti, altri libri, riviste varie, fungono da traino per l'acquisto dell'intero volume.
Bello, forte, dolce, gioioso, generoso, coraggioso e buono. Carl era così.
Carl era mio marito.
Tra tutti i mestieri del mondo lui aveva scelto la vita. È indubbiamente un bel mestiere mettersi in gioco tutti i giorni per proteggerla. E proprio perché l’amava e la rispettava più di qualsiasi altra cosa al mondo, fu tra i primi che corsero l’undici settembre del 2001 alle richieste d’aiuto che disperatamente arrivavano da World Trade Center. Carl aveva quel giorno trentacinque anni. Quello stesso giorno è morto.
Isabel parla e piange, racconta e piange, sorride ad Andrei, si avvicina a Camelia prodigiosamente ritornata da due tentativi di suicidio falliti e da Rodin, bagna il disegno di lacrime, non perde una goccia di sudore, sorride, freme, c’inonda di pensieri, emozioni, morti, sussurra, non tace più, resta in silenzio a guardarci, sorride, è immobile come una statua, allarga le braccia, scuote la testa, sposta le gambe, si stropiccia gli occhi, sfiora il seno, passa una mano sul ginocchio. Appoggia appena appena la testa su Camelia e poi la ritrae e poi la riappoggia. Noi la guardiamo, ci mettiamo nella testa e nel cuore, tramite gli occhi e le orecchie, le sue braccia, il ginocchio, il vestito nero, l’assenza di trucco e di sudore che dice più di una giornata intera, il disegno che non conta più niente e cade quattro volte per terra, l’angolo destro della bocca che si tende appena appena quando dice New York, Carl, WTC, Fireman.
Language | Status |
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English
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Translation in progress.
Translated by Stefania Baetii
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