Addio a Bodhgaya è il viaggio di Arianna a ritroso nel tempo dopo la perdita del fratellastro Lucas. Nel ripercorrere le stesse strade del loro viaggio insieme avvenuto due anni prima, la protagonista si riappacifica con la mancanza che credeva di aver superato e con i sentimenti che da sempre ha provato per lui. In un luogo descritto nei particolari, senza la poesia che di solito avvolge l’India, con la crudezza che vi si percepisce, con le difficoltà e la bellezza che le appartengono, Arianna si muove tra l’amore per Lucas e il senso di impotenza per la sua perdita, che si tramuta in un senso di impotenza più ampio. Incontrare gli occhi di un giovane tuttofare accucciato a lavare i pavimenti sarà il punto di partenza per approdare a un addio definitivo e liberatorio dai fantasmi del suo amore proibito.
Genre: FICTION / Romance / ContemporaryUscito recentemente, ha venduto finora una ventina di copie. Le recensioni sono due, a cinque stelle su Amazon. Articoli e interviste, recensioni su blog letterari sono positive. Sta uscendo il formato cartaceo in questo mese.
Uscendo dall’albergo Arianna fu investita dal caldo umido, ancor più soffocante dopo il bagno di aria condizionata fatto nella hall e poco prima nella sala ristorante dove aveva fatto colazione. Non era riuscita a saziarsi con la colazione continentale, il pane tostato aveva la crosta ammuffita e nella ciotola del burro molliccio e ingiallito c’era di tutto, oltre al burro. Dopo un paio di tentativi le era passata la voglia. Escludere tutto ciò che non era burro da quella massa sarebbe stata una gran perdita di tempo e lei aveva solo voglia di camminare fino al tempio. Tornare là …
I tre scalini chiari, qualche passo in più muovendosi lentamente, poi Arianna sentì sui vestiti il sole bollente della tarda mattinata. Era arrivata la sera prima, in auto da Benares, prima che facesse buio per evitare i pericoli del Bihar. Non era la sua prima volta in India ma non era mai venuta da sola. Alla fine era meglio così, a parte l’attenzione da prestare – decuplicata – in un luogo che tutto sembra tranne che ostile e invece spesso lo è.
Durante il viaggio avevano rallentato per un incidente: un carretto rovesciato, un corpo al suolo e delle pietre a delimitare la zona dell’impatto. Poco più in là un’auto fuori strada in un canale, le portiere aperte in un macabro battere d’ali, nessun segno di vita. “Normale amministrazione” aveva pensato, rivedendo le immagini di altri viaggi e altri tempi. Di sicuro lungo la strada avrebbero superato un carro trainato da un bufalo con sopra dipinta una croce rossa e gente arrampicata o buttata nel cassone, bendata in modo approssimativo e sporca. Molto sporca.
Nella sua esperienza, Bodhgaya era un posto diverso. Non più pulito ma meno puzzolente; vivibile in un fluire lento del tempo che niente aveva a che fare con l’usuale turbinio della vita indiana.