Nero fin da piccolo è stato particolare. Non è mai riuscito a tracciare una netta linea di confine tra reale e immaginario. Una storia d`amore sbagliata, un suicidio, la fuga, il ritorno e l`incontro con Sofia. Una giovane donna che pensa di non aver mai avuto la libertà di scegliere la sua vita. Si è sempre sentita vittima degli eventi. Fino a quel momento, fino a quell`incontro.
Una storia che si sviluppa in pochi giorni, densi e allucinati, dove il ”dentro” si mescola col fuori, il presente con i ricordi.
Avevo percorso cinquecento metri e lo vidi, come sbucato fuori dalla terra. Un cordone ombelicale neroterra era il piccolo sentiero che conduceva al vecchio caravan abbandonato. Nascosto da due alberi. La neve che alcuni giorni prima aveva gettato un candido quanto evanescente e inutile velo sul mondo, si era dileguata facendo posto alla primavera. Erbe selvatiche tutte intorno, e acerbe pannocchie di grano. E proprio nel mezzo spuntava scricchiolava di vagiti ventosi il vecchio cimelio. Un carrozzone in parte distrutto. Man mano che si avvicinava lo studiava. Non era molto bello.
La fiancata cariata in legno era tenuta insieme da un vecchio cartellone del circo, tre panda dall'aspetto docile. Ricordo di un tempo che fu. Qualcuno vi aveva vissuto dei sogni forse... o esorcizzato le proprie paure. Qualcun altro forse ci aveva trovato dimora, fatto l'amore, riparo nomade di puttane e senzatetto. Un letto romantico su ruote che cigolava ad ogni folata di vento o ansimo di vita esausta. Adesso era silenzioso. E odorava di umido. Muffa e calore. I rumori della civiltà, del presente, erano già svaniti nei ricordi. Un ultimo passo prima di giungere altrove. Di superare il velo che separa da tutto il resto.
Solo il vento nelle orecchie. Ed il gracchiare dello sportello che ogni tanto si muoveva sbattendo qua e là. Una vela metallica di un vascello in secca.
Sembrava tutto così desolato. Qualsiasi cosa ci fosse stata di bello qui in passato, di sicuro adesso non c'era.
Feci un sospiro. Non sapevo perché mi trovassi in quel luogo. O forse sì. Lo sapevo. Mi strinsi un po' il cappotto e rimisi a posto il cappellino. Nonostante fosse oramai primavera faceva ancora freddo. I primi fiori cominciavano a sbocciare e gli alberi a fiorire. Eppure non sembrava affatto primavera. Non dove mi trovavo io. Non nel mio cuore. Non c'era tempo. Non qui. Non ora.