RUSSIAN SPY: OPERAZIONE BRUXELLES by Roberto Borzellino

SPIONAGGIO RUSSIA/NATO

Russian spy: operazione bruxelles

Aleksej è un giovane ufficiale di stanza presso l'Accademia militare di San Pietroburgo. Figlio unico di mamma russa e padre italiano. E' il capitano della squadra di hockey e la sua esistenza sembra procedere tranquilla e monotona come ogni giorno. Quello che ancora non sa è che la sua vita sta per cambiare velocemente. Diventerà la spia russa più ricercata del pianeta. Dovrà portare a termine la sua difficile missione tra Mosca, Roma e Bruxelles e superare tutti i pericoli che troverà sulla sua strada. Tra omicidi, tradimenti e colpi di scena riuscirà a tornare a casa? Riuscirà a scoprire i segreti della sua "famiglia normale"? Il finale imprevisto ed emozionante lascerà il lettore ed il protagonista del romanzo con lo stesso desiderio: LA VENDETTA!!

Genre: FICTION / Espionage

Language: Italian

Keywords: 63142

Word Count: 63142

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Ciao mi chiamo Roberto e sono insegnante di lingua italiana. Sono anche uno scrittore. Il mio problema è il seguente: ho fatto tradurre il mio romanzo ai miei studenti (dall'italiano al russo) ma il risultato finale non è soddisfacente. Avrei bisogno di un esperto che possa fare l'editing, correggere gli errori e sistemare il testo. Vorrei pubblicarlo in Russia ma ho bisogno che sia perfetto. Sei interessato a questo progetto?
In attesa della tua risposta, cordiali saluti.
Roberto 


Sample text:

L’autobus era pronto sul piazzale, con il motore acceso, in attesa dell’arrivo dei cadetti. Tutti furono puntuali e salirono con ordine per sedersi nei posti loro assegnati, seguiti dagli sguardi severi del Maggiore Alexej e del Generale Golkorov. L’ultimo ad arrivare fu Nikita che, come al solito, si prese uno scappellotto dal suo comandante. Fuori l’aria era ancora umida per la pioggia caduta incessantemente e tutti si misero ad osservare dai finestrini l’imminente tramonto del sole. Era uno spettacolo incredibile. La sfera arancione stava per arrendersi alle prime luci della sera e improvvisamente sparì con il suo bagliore dietro enormi palazzoni grigi. Golkorov prese posto accanto al suo vice allenatore e dopo alcune parole di circostanza, sul morale della squadra e la preparazione atletica, improvvisamente si fece serio e cambiò tono alla conversazione.

“Aleksej… domani mattina alle 9.00 devi presentarti dal Comandante, Generale Sherbakov, per comunicazioni urgenti che ti riguardano. Mi è stato detto di riferirti questo messaggio di persona perché non volevano che passassi per la solita trafila burocratica”.

Il Maggiore rimase per un attimo pensieroso e poi tentò di azzardare una richiesta: “Generale” – disse timidamente - “posso farle una domanda personale?”.

“Certamente”, rispose Golkorov, “chiedi pure”.

“Da bambino il nonno mi raccontava che quando si ricevono messaggi di questo tipo, alquanto insoliti, allora c’è da temere per la propria carriera o peggio, per la propria vita”.

Il Generale scoppiò in una fragorosa risata che mise in imbarazzo Aleksej.

 


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