La Russia della Rivoluzione bolscevica come il Giappone del Secondo dopoguerra si presentano come due contesti inconciliabili con la nobiltà d’animo di Vladimir Majakovskij e Yukio Mishima: due paesi destinati a un sovvertimento totale di culture millenarie che, irrequiete, sembravano provare vergogna per se stesse. Così prendono corpo i personaggi che animano questi quattro racconti. Nel racconto La testa di Mishima è lo stesso Mishima a raccontarci quello che poi sarà il suo gesto definitivo, attraverso un confronto serrato con l’altro lato di sé, Kimitake Hiraoka. Il racconto Kamen-kami, storia di un omonimo attore che impersona la parte di Mishima, nega l’esaltazione del gesto del suicidio, rivendicando il valore della vita contro l’ideale della morte. Il volto di Majakovskij è la vittoria dell’ideale futurista (che riesce addirittura a riservare al poeta la certezza di una nuova vita nonostante la morte “imposta” dallo Stato), raccontata da una lunga lettera di un Boris Pasternak ossessionato dalla fierezza e dalla passione impresse sul volto della salma di Majakovskij. Il Majakovskij presentato infine nel racconto L.Ju.B. (titolo ripreso dalla dedica che il poeta era solito apporre alle sue opere in onore della sua amata Lili Brik) incarna la straziante situazione di un’esistenza annientata da quella stessa società che si è lottato per costruire.
Genre: FICTION / HistoricalLanguage | Status |
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Portuguese
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Translated by Antonio Roxo Leão
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Spanish
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Translated by Sara Miñana
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