Un serial killer che sviene alla vista del sangue e una poliziotta psicopatica sono i protagonisti di Codice a bare, un romanzo che fa scontrare un futuro e un futuro remoto. Mondi aspri, ruvidi, distopici, dove per gli assassini i Comuni dispongono cassonetti per differenziare i rifiuti umani, dove esistono scuole per formare i mendicanti di domani, dove i morti sono deviventi coscienti della propria decomposizione, dove la prima causa di morte sono i serial killer, dove la bellezza è stata classificata e brevettata da un chirurgo plastico venerato quale divinità, dove i cortei di protesta si fanno in solitudine e dove coniugi e figli vengono scambiati via internet, tramite le periferiche di TeletrasPorco.
Genre: FICTION / DystopianUna cinquantenne adolescente sfilò la carta di credo dalle mutanga che le spuntavano dai pantaloni e la infilò nella fessura dell’imponente sacromat affiancato alla PrayStation, proprio al centro del centro commerciale, a dominare l’intero tempio alla moneta. Una gracchiante voce femminile disse:
«Scegliere la religione desiderata.» La donna eseguì.
«Digitare il codice vaticano segreto» disse ancora la voce sintetica.
Sul monitor apparvero le scritte: “Battesimo”, “Matrimonio” e “Estrema Unzione”. La giovincella fece la sua scelta, mentre tra le labbra faceva scoppiettare una gomma da martirizzare all’ostia consacrata.
«Assunta Precaria» riprese la voce, «vuoi tu prendere in sposa te stessa nella salute e nella malattia, nella gioia e nel dolore, nella buona e nella cattiva sorte, per amarti, onorarti e rispettarti finché morte non ti separi?»
Assunta toccò il monitor sul “sì”.
«Assunta Precaria, io ti dichiaro moglie di te stessa.»
Mentre la ricevuta e la carta di credo uscivano a riveder le stelle, sul monitor lampeggiava la scritta: “Se vuoi annullare il matrimonio, scegli un avvocato e gira la Sacra Rota”.
L’autosposata pigiò il tasto “Ite Visa est” e si allontanò grattandosi la bestemmia tatuata su un bicipite.